LADIESMACBETH

produzione
tratto da
adattamento
regia
con

scene
costumi
musiche
Cambusateatro
“Macbeth” di William Shakespeare
Maurizio Salvalalio
Maurizio Salvalalio
Elisa Conte, Laura Rullo, Massimo Villucci, Cristina Zamboni  e il piccolo
Joshua
Maurizio Salvalalio, Leonardo Modena
Laura Pennisi
Gipo Gurrado, al violoncello Zeno Gabaglio



LadiesMacbeth. Una tragedia gotica. Solo per 45 spettatori. Una scena circolare, oscura, intima, apparentemente senza via d'uscita. Un ventre materno sterile capace solo di partorire gli orrori di una mente avida di potere e mai sazia di conquiste. E' la mente di Macbeth, un uomo privo di volonta', pervaso dalle sue ambizioni e tormentato dagli incubi sia durante il sonno che durante la veglia: "Non si dormira' piu'. Glamis ha ucciso il sonno, e quindi Cawdor non dormira' piu'. Macbeth non dormira' piu'" - (Atto secondo, scena prima). Sotto forma magica o reale Lady Macbeth gli appare sempre. Una triplice presenza vigile, attenta e demoniaca, sempre pronta a fornirgli l'aria e il coraggio che gli mancano. In questo allestimento i personaggi si nutriranno della presenza ravvicinata degli spettatori diventando per loro nel corso della storia, il popolo di Scozia, gli invitati al castello di Inverness, i testimoni degli eccidi compiuti, il medico, la loro stessa coscienza.
Per il pubblico sicuramente un'esperienza piu' emotiva e diversa di uno spettacolo tradizionalmente protetto dalla quarta parete, qui rimossa all'origine. Macbeth è tra i più conosciuti drammi di Shakespeare, nonché la tragedia più breve. Frequentemente rappresentata e riadattata nel corso dei secoli, è divenuta archetipo della brama di potere e dei suoi pericoli.  Ci sono molte superstizioni fondate sulla credenza che il dramma sia in qualche modo "maledetto" e molti attori non vogliono menzionarne ad alta voce il titolo, riferendosi ad esso come "Il dramma scozzese". La stregoneria, in Macbeth, pur essendo dilagante, non è il tema principale. I personaggi vivono quasi uno stato di allucinazione ai limiti della perversione e della moralità. E quando mi riferisco ai personaggi intendo i protagonisti: Macbeth e Lady Macbeth. Tutti gli altri sono figure poco individualizzate, al servizio del dramma. La reazione che possiamo avere di fronte a Macbeth è quella di identificarci con lui, o almeno con la sua immaginazione. Tra ciò che Macbeth immagina e ciò che fa vi è solo una lacuna temporale nella quale il protagonista sembra privo di volontà. Le sorelle fatali o le streghe, e ancora Lady Macbeth prendono il posto di quella volontà latente o lo aiutano nell'azione che Macbeth stesso agogna e che stenta a compiere. Esistono molti eroi-cattivi nei testi shakesperiani: Riccardo III, Jago, Edmund, Shylock, per citarne alcuni. Includere Macbeth in questo elenco può apparire semplicistico. Non lo definirei un malvagio tout-court perché non si crogiola nella sua cattiveria. Macbeth soffre profondamente sapendo di compiere azioni malvagie e soprattutto di doverne compiere di peggiori ma sembra non poterne fare a meno, come se fosse un destino già segnato il suo, una terribile fedeltà a se stesso dalla quale non può sfuggire. La natura che Macbeth si sforza di violare è la propria ma, benché se ne renda conto solo nel momento in cui inizia la violazione, il protagonista non seguirà Lady Macbeth nella pazzia e nel suicidio. Morirà come un soldato ma senza onore, aggiungerei. La battaglia avviene “tra le quinte” e la sua testa mozzata portata “in scena” da Mac Duff segnerà la sua definitiva sconfitta.

 

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